Il distretto delle calzature
di San Mauro Pascoli

Indice distretto calzature San Mauro Pascoli (scegli l’anno da cui vuoi partire):

1900 – Le origini

Nel 1600 erano solo in quattro. Eppure, tra il 1830 e il 1900, a San Mauro Pascoli furono in molti a scegliere di dedicare la vita al mestiere di ciabattino, aggiustando scarpe sull’uscio di casa o a domicilio e barattando il proprio lavoro con prodotti alimentari e altri generi in natura.
Ma è solo all’inizio del nuovo secolo che la produzione di scarpe compie un deciso salto in avanti, passando alla confezione completa di calzature da vendere nei mercati di paese.
In questi anni sono molti i sammauresi che esercitano il mestiere, al punto che viene creata una vera e propria comunità con tanto di bandiera (1901).

1915 – La grande guerra

Arriva la prima guerra mondiale e i ciabattini che lavorano per l’esercito ottengono la qualifica di Fornitori dei commissariati militari con esonero di leva. Spinti dal desiderio di allontanarsi il più possibile dal terreno di battaglia, molti giovani si avvicinano al mestiere. Al termine del conflitto i ciabattini, sempre più richiesti, costituiscono due cooperative di produzione con orientamento politico opposto.

1930 – Calzolai per l’esercito

Sul finire degli anni Venti, per fronteggiare la crisi economica, i calzolai si riuniscono in una cooperativa patrocinata dal governo fascista. Il rinnovo della commissione di scarpe per l’esercito e soprattutto di scarponi per gli alpini garantisce al paese un periodo di relativa prosperità, con calzolai che lavorano solo a mano, usando “spaghi di diciotto fili pieni di pece perché a lavoro finito dovevano essere impermeabili”. (CIT)

Durante una visita a San Mauro, Mussolini sostiene la necessità di una prima meccanizzazione ed eroga alla città, nel 1939, la considerevole somma di 88.000 lire: la stampa di regime dà grande rilievo all’avvenimento, esaltando la magnanimità del Duce.

1945 – Il dopoguerra e la ricostruzione

Alla fine della seconda guerra mondiale, la comunità dei ciabattini cerca di riportare in vita la vecchia associazione fascista. L’impegno più importante si deve al signor Montanari, calzaturiero bolognese, che raccoglie ciò che resta delle attrezzature e della manodopera per realizzare una piccola fabbrica. L’esperimento dà esiti modesti, ma spinge diverse famiglie sammauresi a riprendere l’attività, tanto che il commercio si amplia fino ai vicini centri di Cesena, Rimini e Forlì. 

1955 – Il boom economico

La svolta decisiva però arriva solo nella seconda metà degli anni Cinquanta, con il boom dei consumi, la transizione dai piccoli laboratori locali ai cosiddetti “capannoni” e intere famiglie che abbandonano i campi per trasferirsi nelle fabbriche.
Finalmente nel 1957 viene costruita la MIR-MAR, il primo stabilimento calzaturiero di dimensioni industriali ad alta tecnologia. Ed è proprio alla fine degli anni ’50 che nascono le prime aziende che hanno reso grande il distretto. Casadei, Pollini e Sergio Rossi, ma anche Zamagni e tanti altri, aprono piccole fabbriche e affrontano il mercato nazionale.

1960 – Lo sviluppo del distretto

Terminata la fase artigianale degli anni ’50, San Mauro Calzaturiera affronta la sfida degli anni ’60 e con essa la transizione a meccanismi produttivi più maturi. Un passaggio che avviene mediante la creazione di un vero e proprio ambiente industriale all’altezza dei nuovi traguardi e della concorrenza con le zone calzaturiere tradizionali, come il Veneto e la Lombardia. Le aziende si ampliano, modernizzandosi, e nuovi imprenditori entrano a far parte del mercato. Accanto ai calzaturifici nascono e prosperano aziende sussidiarie, specializzate nella fabbricazione di semilavorati – suole, tacchi e fondi – tomaifici e laboratori per lo sviluppo di modelli per il taglio a mano e a macchina. Nella produzione del distretto calzaturiero la scarpa da donna è regina, ma anche l’uomo e il bambino mostrano di avere alti livelli di domanda che un buon numero di aziende si impegna a soddisfare.

1965 – Il miracolo industriale

Le scarpe di San Mauro Pascoli già si trovano nei migliori negozi in tutta Italia e non solo: la partecipazione alle Fiere Campionarie infatti porta le aziende sammauresi a varcare i confini nazionali e Francia, Belgio e Germania diventano i primi paesi esteri a mostrare di apprezzarne la qualità e lo stile. Poi, la svolta: verso la fine degli anni ’60 emerge chiaramente l’importanza della pubblicità e della comunicazione per un settore che privilegia l’estetica e l’immagine ed è così che i marchi locali iniziano a rincorrersi tra le pagine delle riviste più in voga.

1970 – Made in Italy. Il successo internazionale

Il successo internazionale è già una realtà e negli anni Settanta i nostri artigiani dello stile varcano l’oceano per approdare nelle migliori boutique e department store Made in Usa. Sono gli anni dello stivale, sportivo o elegante, realizzato dalle nostre aziende con maestria, innovazione tecnica e grande qualità.
Sulla scena sanmaurese emerge Baldinini, artigiano dalla forte tradizione calzaturiera che in pochi anni raggiunge la notorietà internazionale.
In questi anni il Distretto di San Mauro conta oltre una trentina di calzaturifici e numerose aziende di componenti accessori: l’intero territorio respira aria di scarpe e in ogni famiglia c’è chi ne conosce l’arte. In Italia, l’apertura di negozi monomarca permette alle aziende di promuovere il proprio marchio presso il pubblico conquistando una fetta sempre maggiore di affezionati. Nuovi negozi Baldinini, Casadei, Pollini, Sergio Rossi aprono nelle principali città italiane.

1980 – La svolta del lusso

Negli anni ‘80 San Mauro è sempre più viva e, passeggiando per le sue vie, si respira un sofisticato profumo di moda. Sono gli anni del boom dello stile italiano con marchi come Armani, Versace, Ferrè e Moschino, nomi che portano l’Italia a competere – e spesso superare – la rivale Francia nel settore moda.
La calzatura italiana è prima nel mondo e, anche grazie al rapporto di collaborazione con i maggiori stilisti, la produzione sanmaurese si distingue sempre di più per un prodotto “di lusso”, frutto di ricerca, stile e qualità dei materiali. Non a caso, sempre in questi anni, San Mauro Calzaturiera abbandona la difficile competizione con i comparti produttivi più economici per scegliere la strada del lusso e del mercato medio alto. Durante questa fase di transizione, alcune piccole realtà cominciano a produrre per aziende più grandi e dunque a specializzarsi fortemente. Nuovi accordi con distributori internazionali portano i marchi sammauresi nei migliori negozi in Giappone e in Oriente.

1990 – I grandi marchi e la filiera d’eccellenza

Negli ultimi vent’anni lo scenario calzaturiero di San Mauro si modifica progressivamente a favore di un minor numero di aziende di maggiori dimensioni.
Agli inizi degli anni ‘90, accanto ai marchi già affermati sui mercati internazionali – come Baldinini, Casadei, Pollini, Sergio Rossi – cresce il fenomeno Giuseppe Zanotti-Vicini, già presente nel panorama degli anni ‘80. Lo stile e la passione per la scarpa portano anche questo marchio a scalare i mercati internazionali e a piazzarsi nei migliori negozi del mondo, sulle maggiori riviste di moda e ai piedi delle più grandi star dello show business.

dal 2000 in poi – Una storia che continua e si rinnova

Ieri come oggi, il panorama del distretto calzaturiero è composto da grandi marchi – tra questi Gianvito Rossi e Grey Mer, affermatisi in breve tempo brand di lusso – e aziende medio-piccole che lavorano incessantemente per ricercare perfezione, stile e unicità: suolifici, tacchifici e ricamifici vengono stimolati a fare sempre meglio per esaudire ogni committenza, anche la più stravagante sperimentando la più ardita innovazione. Si tratta di ruoli dalle competenze specifiche, per questo costantemente ricercati da quelle aziende che producono lusso e occupano modellisti, tagliatori, orlatrici, montatori, operai e impiegati: persone che amano le scarpe, ne conoscono ogni dettaglio e sono dunque profondamente orgogliose del proprio lavoro.

Il sapere tramandato da decenni è diventato così elemento fondante per mantenere vive le peculiarità di questo piccolo ma grandissimo territorio edificando le basi per un landmark e un landscape unico e irripetibile dove stile, eleganza ed estetica hanno saputo raggiungere ogni angolo del mondo.
Riconosciuto a livello internazionale il Polo sammaurese ha saputo divulgare nei vari decenni il concetto di bellezza applicato alla calzatura d’alta moda dove il lato estetico e formale si contrappone a quello funzionale.

Il Distretto Industriale della Moda Sammaurese, ad oggi, si conferma tra i primi 15 Distretti riconosciuti più importanti d’Italia, e si può sintetizzare come in un incubatore di Industria/Prodotto/Territorio dove il continuo rinnovamento e la qualità del dettaglio permangono i punti di forza per valorizzare l’eccellenza di questo territorio ambasciatore privilegiato del Made in Italy e della creatività italiana nel mondo.